Anna Vera Viva

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Scrivere un libro è come aprire una colonia estiva. La tua vita, in genere solitaria e tranquilla, viene improvvisamente scombussolata da una moltitudine di personaggi che un giorno giungono senza preavviso e ti sconvolgono l’esistenza. Arrivano una mattina, a bordo di un grande pullman, dal quale scendono rumorosamente, eccitati per il ruolo che hanno ottenuto. E tu devi rassegnarti, devi occupartene, Devi dargli da mangiare, devi ospitarli. Sei responsabile di tutto. Perché tu, appunto, sei lo scrittore.

[Joël Dicker]

The greatness of writing

“ Cultura significa anzitutto creare una coscienza civile, fare in modo che chi studia sia consapevole della dignità. L’ uomo di cultura deve reagire a tutto ciò che è offesa alla sua dignità, alla sua coscienza. Altrimenti la cultura non serve a nulla.”

[Oriana Fallaci]

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“ Cultura significa anzitutto creare una coscienza civile, fare in modo che chi studia sia consapevole della dignità. L’ uomo di cultura deve reagire a tutto ciò che è offesa alla sua dignità, alla sua coscienza. Altrimenti la cultura non serve a nulla.”

[Oriana Fallaci]

” Gli scrittori mi hanno salvato la vita, anche se si sono sparati in bocca, si sono impiccati, sono stati in manicomio, dormivano in una roulotte o da bambini avevano paura di svegliarsi trasformati in scarafaggi.”

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Pubblicazioni
Anna Vera Viva

L'ARTIGLIO DEL TEMPO

La Sanità è un’isola e per navigare il mare che la circonda ci vuole passione, abilità e coraggio. Lo sa bene padre Raffaele, da poco tornato nei luoghi dove ha vissuto i primi anni di un’infanzia rubata e dove l’ombra di Peppino, il fratello malavitoso che il destino gli ha dato in sorte, si allunga su ogni evento del quartiere. Questa volta, però, un’ombra ancora più fosca avvolge le indagini del prete e della sua perpetua: è l’ombra della storia; di una guerra lontana che sembra ancora vicina; di una Napoli che si ribella ai nazisti; di un popolo fiero che non cede al gioco dei potenti. Perché c’è un morto che non è una persona come le altre: sul braccio porta tatuati i numeri che ricordano un orrore impossibile da dimenticare. È Samuele, l’anziano venditore di cappelli che viene trovato senza vita nel suo negozio. Per tutti si tratta di un incidente, ma nulla di quanto accade alla Sanità risponde alla spiegazione più logica e Padre Raffaele, convinto che la morte di Samuele sia strettamente allacciata a quel tempo, si trova a ripercorrere eventi che parevano ormai lontani. Perché lui sa, che la storia ha tentacoli lunghi e che il male scorre in fiumi che giungono fino a noi. Così il sangue del passato si mescola con quello del presente, s’insinua negli stessi vicoli, ma parla parole nuove che padre Raffaele dovrà decifrare.

Anna Vera Viva a due personaggi che sono entrati nel cuore dei lettori. Un prete e un boss della malavita che indagano, vivono e respirano nella Sanità che li ha visti crescere, perdersi e poi ritrovarsi. Le atrocità della seconda guerra mondiale tornano a riaffiorare, ma Napoli sa come resistere e non lasciarsi zittire da niente e da nessuno.

Anna Vera Viva

QUESTIONI DI SANGUE

Il rione Sanità è un’isola. Un lungo ponte lo divide dal resto di Napoli. Qui, i vivi e i defunti convivono da secoli e non vi è posto, più di questo, in cui morte e vita siano così strettamente intrecciate. Ed è qui che, dopo quarant’anni, due fratelli si rincon trano. Raffaele, dato in adozione giova nissimo alla morte della madre, ci torna come parroco della basilica di Santa Maria alla Sanità. Peppino, invece, è il boss del quartiere. Due uomini che non potrebbero essere più diversi l’uno dall’altro. Eppure, il richiamo del sangue, ineludibile, li unisce. Un legame che è fonte di pericolo e tormento per entrambi. Quando la morte colpisce e un cadavere viene ritrovato in un appartamento del rione, le indagini, suffragate da un testimone poco affidabile, seguono un unico binario. Quell’omicidio fa tirare un sospiro di sollievo a tante persone, ma Raffaele non si lascia abbindolare. Decide di rivolgere il suo sguardo, esperto della vita, proprio tra la sua gente, anche se questo significa guardare qualcuno di molto, forse troppo, vicino a lui. Ma Raffaele non si è mai fermato davanti a nulla e non inizierà adesso. Sa bene che le sue indagini possono compromettere un equilibrio basato su regole non scritte e allo stesso tempo inderogabili, ma deve andare avanti. Perché la Sanità è un’isola e per navigare il mare che la circonda ci vogliono coraggio, passione e un concetto diverso di verità.

Nel suo romanzo, Anna Vera Viva ci guida in uno dei rioni più affascinanti del nostro paese. E, attraverso la potenza del sangue, ci fa conoscere l’animo umano e le sue contraddizioni. Dopo aver letto questo libro, l’eterno scontro tra bene e male avrà un sapore nuovo.

La Sanità è un’isola e per navigare il mare che la circonda ci vuole coraggio, passione e un concetto diverso di verità.

Anna Vera Viva nel suo romanzo ci porta per mano in uno dei rioni più affascinati del nostro paese. E, attraverso la potenza del sangue, ci fa conoscere l’animo umano e le sue contraddizioni. L’eterno scontro tra bene e male dopo aver letto questo libro avrà un sapore nuovo.
Filmografia
Anna Vera Viva

La consegna

“La storia di Vincenzo Ammaturo è quella di tanti che vivono una vita anonima e invisibile, e che come il nostro protagonista a volte si imbattono nell’imprevedibilità del caso che rischia di stravolgere le loro esistenze”. Così il regista Vincenzo Peluso ha spiegato la trama del cortometraggio da lui diretto “La Consegna”, presentato al Teatro Posillipo di Napoli.

Il corto, della durata di 15 minuti, vuole essere il primo di un progetto più ampio teso a narrare le difficoltà nell’essere onesti. Autrice della sceneggiatura la scrittrice Annavera Viva.

Attore protagonista Patrizio Rispo, che spiega la sua attitudine nell’impersonare personaggi buoni, mai aggressivi, come Vincenzo Ammaturo.

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Anna Vera Viva

Specchio delle mie brame

“Specchio delle mie brame” racconta l’umanità di questo millennio, che confida e si affida alla Chirurgia estetica per la risoluzione di una miriade di problemi.

Con la testimonianza in prima linea del Dott. Riccardo Iannuzzi, noto chirurgo del settore, e della psicologa analista Junghiana Marta Tibaldi, Vincenzo Peluso percorre un viaggio lungo vari ospedali, cliniche e centri estetici italiani, cristallizzando con la macchina da presa uno spaccato della società contemporanea e di quei soggetti convinti che un miglioramento interiore dipenda soprattutto dal cambiamento artificiale del proprio aspetto esteriore.

Il documentario è anche un’indagine a tutto tondo sul giro di affari di un ramo della medicina che ha incrementato nel corso del tempo i suoi guadagni in modo vertiginoso, fino a diventare uno dei pochi settori che non conoscono mai crisi: una corsa a labbra, seno, glutei, naso e addomi perfetti, travolge indistintamente oramai nuove e vecchie generazioni con risultati comunque non sempre eccellenti, come emerge da uno studio di settore il quale stima che il 30% delle operazioni serva a rimediare a precedenti interventi mal riusciti.

Oltre alla crescita esponenziale delle richieste e delle casistiche tipologiche, Peluso analizza anche un cambiamento sociologico radicale nei soggetti che richiedono l’intervento del bisturi estetico e l’abilità di professionisti del settore: quello che pareva un universo prettamente femminile si è infatti popolato man mano di uomini, il che simboleggia un cambiamento di notevole importanza. La bellezza, finora tra le doti richieste quasi esclusivamente alle donne e di nessuna rilevanza fra quelle di cui uomini dovevano essere provvisti, diventa così, nel nuovo millennio un imperativo per tutti.

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